L'"occhio dell'altopiano", così soprannominato per la sua posizione strategica di dominio sulla Valsugana, fu costruito dal genio austro-ungarico tra il 1910 e il 1914 a presidio del confine italiano, parte del Gruppo Lavarone e inquadrato nelle Fortezze degli Altipiani dentro il sistema di fortificazioni austriache in vigore dal 1838 al 1915. Dotato di tre piani (e successivamente di sotterranei per l'alloggio, una volta inutilizzabili gli ultimi due), la sua posizione inattaccabile a 1908 m s.l.m. lo vincolò al sottostante Forte Verle per l'approvvigionamento costante d'acqua mediante un sistema di pompaggio elettrico. Rimase, di fatto, inespugnato: nonostante i costanti bomardamenti d'artiglieria da parte degli italiani, infatti, non venne mai conquistato - mentre il suo stato di rovina, oltre che ai danni bellici, è tale anche in virtù del saccheggio di materiali ferrosi avvenuto nel primo dopoguerra.
L'"occhio dell'altopiano", così soprannominato per la sua posizione strategica di dominio sulla Valsugana, fu costruito dal genio austro-ungarico tra il 1910 e il 1914 a presidio del confine italiano, parte del Gruppo Lavarone e inquadrato nelle Fortezze degli Altipiani dentro il sistema di fortificazioni austriache in vigore dal 1838 al 1915. Dotato di tre piani (e successivamente di sotterranei per l'alloggio, una volta inutilizzabili gli ultimi due), la sua posizione inattaccabile a 1908 m s.l.m. lo vincolò al sottostante Forte Verle per l'approvvigionamento costante d'acqua mediante un sistema di pompaggio elettrico. Rimase, di fatto, inespugnato: nonostante i costanti bomardamenti d'artiglieria da parte degli italiani, infatti, non venne mai conquistato - mentre il suo stato di rovina, oltre che ai danni bellici, è tale anche in virtù del saccheggio di materiali ferrosi avvenuto nel primo dopoguerra.