Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 si verificò il più forte terremoto del Dopoguerra su territorio nazionale. Fortissime scosse colpirono l’intera Valle del Belice, nella Sicilia Occidentale, tra la provincia di Palermo, Trapani e Agrigento. Molti paesi furono rasi al suolo, tra i quali Gibellina, epicentro del sisma. Le perdite furono numerose, così come i feriti. L’intero patrimonio edilizio e rurale venne distrutto, migliaia di famiglie persero la proria casa – molte delle quali realizzate in tufo – e il risanamento di quelle zone impiegò decenni, evidenziano l’impreparazione logistica dello Stato di fronte a quel tipo di catastrofe.
Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 si verificò il più forte terremoto del Dopoguerra su territorio nazionale. Fortissime scosse colpirono l’intera Valle del Belice, nella Sicilia Occidentale, tra la provincia di Palermo, Trapani e Agrigento. Molti paesi furono rasi al suolo, tra i quali Gibellina, epicentro del sisma. Le perdite furono numerose, così come i feriti. L’intero patrimonio edilizio e rurale venne distrutto, migliaia di famiglie persero la proria casa – molte delle quali realizzate in tufo – e il risanamento di quelle zone impiegò decenni, evidenziano l’impreparazione logistica dello Stato di fronte a quel tipo di catastrofe.