Oliviero e Eletta si erano conosciuti a Torino all’epoca in cui entrambi facevano parte del gruppo di ricerca del prof. Giuseppe Levi, maestro anche dei Premi Nobel Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco. Anche dopo il loro trasferimento a Bologna, i due erano rimasti molto in contatto con l’ambiente intellettuale torinese, tanto che Oliviero viene citato da Natalia Ginzburg, figlia di Levi, in Lessico Famigliare. Una volta giunti a Bologna, Eletta, impossibilitata ad esercitare la professione di ricercatrice a causa del ruolo del marito, si dedica alla famiglia, che nel frattempo si allarga con la nascita dei figli Franco, Chiara e Paola. Donna colta, intelligente e decisamente moderna, sostenitrice del metodo montessoriano anche negli anni in cui era stato messo al bando dal regime fascista, nel dopoguerra sarà tra gli animatori della sezione bolognese dell’Opera Montessori. Nello stesso periodo si appassiona anche allo scoutismo, divenendo una delle dirigenti del CNGEI, l’Associazione degli Scout laici. Prenderà inoltre parte attiva alle attività della sede bolognese dell’UDI, Unione Donne Italiane.